Matisse, la figura



Henry Matisse. Ritratto di Derain, 1905


Sono tornata a Ferrara, a Palazzo Diamanti, mancavo da Ferrara dal 2012, da poco prima che il terremoto la ferisse. Ci andai per la Mostra  su Joaquin Sorolla, ci sono tornata per la Mostra su Matisse. Ferrara di solito così ospitale, che invita a passeggiare tra i suoi muri di mattoni rossi, sferzata da un vento gelido che fingeva di essere Trieste, pareva un po' surreale: immagino un turista che si fosse recato per quell'unica giornata a Ferrara che razza di ricordo falsato si sarebbe portato a casa. Matisse è stato la mia tesina di storia dell'arte per la maturità, le sue tappezzerie, il colore, le odalische. In questo caso la mostra si è concentrata principalmente sulla figura attraverso i vari periodi, dipinti ad olio, bronzi, disegni, xilografie. Aprono la mostra due nudi in piedi rispettivamente del 1900 e del 1901: un carboncino su carta ed un olio in cui vi è un uso molto plastico della figura femminile, il volto celato dall'incavo del gomito l'uso preminente dei colori  blu/ verde/rosso cupi che Matisse utilizzerà anche per il suo autoritratto degli stessi anni. Poi nel 1905 la svolta, Matisse parte per Colliure nel sud della Francia con Derain e scopre la luce nel colore. Spesso Matisse lavorava a due quadri con lo stesso soggetto contemporaneamente, nel 1909 dipinge "nudo con sciarpa bianca" che alla mostra è affiancato dal suo gemello diverso e incompiuto; dello stesso anno "bagnante" in cui una figura, la cui sessualità è definita appena dal comparire di un seno, si staglia in una campitura blu cielo/mare e la cui idea di movimento è accennata dalle due piccole scie acqua marina attorno alle gambe. Quando ho letto il titolo del quadro successivo mi sono domandata che aveva fatto di male la povera ignuda per meritarsi la definzione di "natura morta con edera". La filiforme "serpentina" poggia il gomito su una colonna e poco manca che batta il piedino impaziente di lasciare la posizione obbligata. Anche "Nono Le Basque" appare poco felice di posare, ha labbra carnose ma occhi severi. Joaquina ha invece due zigomi che conquistano ed occhi fieri."Le due sorelle", del 1919 si fanno coraggio abbracciandosi un po' desolate in mezzo a tutto quell'ocra. Poi Matisse inizia a lavorare con una modella di nome Laurette, poi con Jeanette che farà in più versioni bronzee con e senza capelli che secondo me doveva avere un pessimo carattere. Alla fine della prima guerra mondiale Matisse si trasferirà a Nizza, a caccia di luce qui inizia a lavorare insieme ad una nuova modella Henriette, il cui corpo diventerà una sua ossessione, in particolare i suoi fianchi che arrotonda ed evidenzia facendole indossare ripetutamente i panni dell'odalisca, dello stesso periodo "le ragazze in giardino" uno dei pochi soggetti en plein air di tutta la mostra. Poi Henriette viene sostituita da Lisette che ha occhi allungati da gatta e posa spesso a braccia conserte. Arrivano gli anni 40 e i diversi studi di donna con camicetta rumena: a volte la modella cedeva stanca. Poi gli anni della malattia, Matisse viene operato all'intestino e passa il suo tempo a letto a studiare figure femminili. Dal 1943 si trasferisce in un nuovo studio a Vence a questo periodo appartengono "giovane donna in bianco, sfondo rosso",di cui alla mostra è presente un video registrato durante la sua realizzazione, "nudo rosa interno rosso" e le acquetinte che chiudono la mostra




Commenti

  1. Anche a me piace tanto Matisse! Una volta, in libreria, facemmo anche un laboratorio per bambini su MAtisse: ispirò ai bimbi dei lavori fantastici!

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  2. io non scalpito per Matisse, sono più "romantica e impressinista" ma che bel post che ci hai fatto Amanda!
    grazie!!
    Sandra

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    1. io invece mi aspettavo di più da Matisse, mi aspettavo più luce nel colore, quella luce che trovo nel ritratto di Derain e più grazia nella forma quella che trovo ad esempio in Joaquina

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  3. Grazie Amanda, ora alla mostra mi sembra quasi di esserci stata, però Ferrara mi manca tantissimo (sono ferrarese per parte di padre, ma non ci vado mai)!

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    1. Ferrara resta nel cuore, basta esserci stati una volta

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  4. ci sono andato sabato scorso, con i ragazzi (non tutti, quei 3 o 4 che ancora reggevano, dopo quattro giorni di gita). per alcuni, credo sia stato il primo impatto con l'arte contemporanea. a volte sembravano convinti, a volte no.
    a Eleonora, l'intellettuale della classe, è piaciuta, a Valentina e Martina, mi sa, non tanto.
    io ho apprezzato (per ovvi motivi) le stampe della serie "Jazz", il grande quadro con il fauno e la ninfa e soprattutto le opere grafiche, in particolare quei ritratti essenziali, realizzati con pochissimi tratti d'inchiostro.
    del resto, io non sono un grande amante del colore, preferisco di gran lunga il bianco e nero.
    bella mostra, comunque, ben mirata e non troppo dispersiva.

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    1. porelli al 4° giorno saranno stramazzati :)
      in rete non è facile trovare il acqueforti e disegni, e devo dire che dopo un po' mi sono persa nel ricostruire la mostra per il post la ninfa ed il fauno meritava un link; trovo che le mostre di Palazzo Diamanti siano sempre ben organizzate

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  5. a proposito: sabato era una giornata magnifica, primaverile, quasi calda, con un sole dorato che esaltava le forme del Duomo, del Castello e di Palazzo dei Diamanti.
    peccato il Liston in restauro...

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    1. meglio che restaurino piuttosto che facciano come a L'Aquila.
      Le nostre paludi vi amano evidentemente avete ribaltato ogni previsione, dovete tornare è un chiaro segno :)

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    2. per me, anche domani ;-).
      comunque, statisticamente parlando, quando alle gite ci sono io, c'è sempre bel tempo.

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  6. Matisse non mi piace moltissimo. La mia opinione però si basa per lo più sulle opere che ho visto al museo di Nizza a lui dedicato; il tuo post fa venire voglia di scoprirlo diversamente :)

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    1. fai un giro a Ferrara, male che vada vedrai una città stupenda :)

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  7. Il mio pittore preferito, grazie della segnalazione.

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  8. Sono stata a Ferrara l'anno scorso e l'ho amata da subito, forse perchè un po' somiglia alla mia Lucca. Contiamo di tornarci ad ottobre, ma questa mostra sarà già conclusa

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  9. Grazie Amanda, avevo proprio intenzione di andare a vedere la mostra. In compenso ho visto quella su Vermeer a Bologna, che mi ha deluso se non fosse per "la ragazza con l'orecchino di perla".

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    1. Vermeer ti ha delusa? Ma come? non so cosa ci fosse a Bologna ma ho in mente certi piccoli paesaggi visti in Olanda, certi interni con una luce pazzesca che non capisco proprio come possa deludere

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    2. Di Vermeer c'erano solo 2 quadri, non che lui ne abbia dipinti chissà quanti, e forse 4 di Rembrandt, il resto erano quadri di sconosciuti che mi hanno detto molto poco, al di là forse di un paio, comunque in totale ci saranno stati una quarantina di quadri

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